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Il fuoco di Sant’Antonio è una malattia, certo! Ma quale? Per noi Italiani è sicuramente l’Herpes zoster; ma è sempre stato così? Ebbene, no!
Sant’Antonio Abate aveva la fama di taumaturgo e guaritore già in vita, nonostante si fosse ritirato in un remoto deserto. Così, quando le sue spoglie arrivarono in Europa dopo l’anno Mille, tutti coloro che soffrivano di malattie dolorose e urenti, imploravano Sant’Antonio che li guarisse da quel "fuoco" che li tormentava.
Ma quali erano queste malattie così dolorose? Le antiche cronache sono spesso troppo succinte o troppo romanzate per orientarci nella diagnosi ma erisipela, sifilide, ergotismo hanno fatto certamente buona compagnia allo zoster.
L’ergotismo, soprattutto, era una malattia terrorizzante perché compariva ad ondate imprevedibili e, come la peste, colpiva i virtuosi come i viziosi, scardinando l’interpretazione allora dominante, del dolore come conseguenza del peccato. Come se non bastasse, l’ergotismo non solo provocava terribili sofferenze ma spesso anche stati di confusione mentale e di delirio che erano (questi sì!) sicuramente attribuiti al demonio.
Bisogna aspettare il XVIII secolo e l’età dei Lumi per mandare in soffitta le superstizioni che infestavano la medicina ed allora l’ergotismo si rivela essere non più una maledizione ma una solo una malattia, un effetto del consumo di pane nero alloiato
Lo studio degli allucinogeni e la scoperta dell’LSD nel XX secolo, mettono la parola fine all’interpretazione mistico-religiosa di alcune patologie e gettano inaspettatamente nuova luce su quello che fu il segreto meglio custodito dell’Antichità: il culto dei Misteri Eleusini.
In questo libro, la storia del fuoco di Sant’Antonio di dipana dai racconti medioevali sino all’odierna virologia e suggerisce che la curiosità e la scienza sono l’unico antidoto contro la superstizione e il mistero.
Un filo rosso unisce i Misteri Eleusini al Fuoco di Sant’Antonio: questo filo è l’LSD. La molecola è la stessa ma il contorno è molto diverso e, di sicuro, molto appassionante.